Sei sportelli e una casa di seconda accoglienza: il centro antiviolenza potenzia l’attività sul territorio

Dopo il forte aumento di donne che nell’anno della pandemia si sono rivolte al centro antiviolenza della Casa della donna di Pisa (oltre 1.300 telefonate nel 2020), l’associazione ha deciso di intensificare l’attività del centro antiviolenza puntando sul territorio e su interventi più capillari ed efficaci nei comuni della provincia pisana

Il 2020 è stato, infatti, un anno terribile per le donne: da gennaio a dicembre si sono rivolte al Telefono donna (050 561628), la linea di ascolto del centro antiviolenza, ben 454 donne, un numero mai registrato prima, con un picco a partire dalla primavera. E il trend purtroppo continua con il protrarsi della pandemia: da gennaio 2021 le donne che hanno chiesto aiuto sono già 46. 

A chiamare soprattutto donne tra 30 e 49 anni, ma nel 2020 si è registrato un aumento per la fascia d’età 18-29 anni. Oltre il 74% è italiana e nel 49,6% dei casi sono donne con figli/e. Ma a colpire l’attenzione delle operatrici del centro antiviolenza pisano è soprattutto la provenienza territoriale: nel 2020 a chiedere aiuto sono state oltre 200 donne residenti nei comuni della Zona Pisana. In particolare i comuni che hanno registrato più chiamate sono Cascina, San Giuliano Terme e Calci

Così da gennaio 2021 la Casa della donna ha deciso di potenziare la rete territoriale degli sportelli antiviolenza a Vecchiano, San Giuliano Terme, Calci, Vicopisano, Fauglia, Crespina-Lorenzana e, grazie ad una convenzione con l’Unione dei Comuni della Valdera, inizierà a gestire a Bientina una casa di seconda accoglienza per donne in difficoltà.

Attivata nel 2018, la rete degli sportelli antiviolenza nei comuni della zona pisana è la prima nata in Toscana grazie alla sinergia con sei amministrazioni comunali e al sostegno del fondo Otto per Mille della Chiesa Valdese.

Scopo degli sportelli è quello di portare il centro antiviolenza sul territorio, nelle aree dove le donne hanno più bisogno di aiuto, così da riuscire ad intervenire nelle situazioni di violenza intra-familiare attivando per tempo percorsi di uscita dalla violenza ed evitare esiti che possono essere drammatici. Dal Rapporto 2020 sulla violenza di genere in Toscana risulta, infatti, che su 117 femminicidi registrati in tutta la regione dal 2006, la provincia di Pisa è la seconda (15 femminicidi) in Toscana dopo Firenze (31) per numero di donne uccise. 

Sportelli antiviolenza Pisa“Attraverso questa rete territoriale di sportelli - dichiara Francesca Pidone, coordinatrice del Telefono Donna - possiamo offrire un servizio antiviolenza più capillare sul territorio, in particolare in quei comuni dove registriamo il maggior numero di richieste di aiuto. Le donne potranno più facilmente rompere l’isolamento e la solitudine a cui spesso sono costrette, soprattutto in questo periodo di emergenza, ed entrare con più facilità in contatto con le nostre operatrici. Se si vuole davvero fermare questa mattanza che, anche a causa della pandemia, sta registrando numeri mai visti di violenze e femminicidi - osserva Pidone - è fondamentale mettere in campo azioni più efficaci e tempestive di prevenzione e gestione del rischio. Ciò significa essere là dove le donne hanno più bisogno di aiuto, significa saper ascoltare e cogliere per tempo i segnali che le donne lanciano quando vivono abusi e maltrattamenti. In trent’anni di attività del nostro centro antiviolenza abbiamo imparato che riconoscere per tempo il rischio e saperlo gestire è di vitale importanza, nel senso letterale del termine”.

Grazie alla rete degli sportelli antiviolenza, le donne che subiscono violenze e abusi, anche psicologici, maltrattamenti e stalking possono effettuare, presso i propri comuni di residenza, colloqui con una operatrice di accoglienza e quindi ricevere sostegno legale e psicologico. Il servizio degli sportelli si avvale, infatti, di un’operatrice esperta, che svolge attività di accoglienza e ascolto, di una psicologa-psicoterapeuta e di un’avvocata del centro antiviolenza della Casa della donna. 

Solo nel 2020 - continua Pidone - si sono rivolte agli sportelli territoriali 74 donne, un numero consistente considerando che da marzo a giugno gli sportelli non hanno operato a causa della pandemia”. Cascina, San Giuliano Terme e Calci i comuni che hanno registrato più richieste di aiuto.

“È importante sottolineare - conclude Pidone - che i colloqui con le nostre operatrici avvengono presso le sedi delle amministrazioni comunali, quindi in spazi ‘neutri’, non identificabili, a cui si può accedere per tanti motivi. Ciò può senz’altro aiutare ad entrare in contatto col nostro centro antiviolenza perché le donne si sentono più garantite dal punto di vista della riservatezza e dell’anonimato. Ricordiamo, infine, che il servizio è completamente gratuito e aperto a tutte le donne che abbiano bisogno di aiuto.”

Oltre ai sei sportelli antiviolenza, da gennaio 2021 la Casa della donna gestisce anche una casa di seconda accoglienza a Bientina, grazie ad una convenzione con l’Unione dei Comuni Valdera.

La casa di accoglienza che abbiamo cominciato a gestire  - spiega Giovanna Zitiello, coordinatrice del centro antiviolenza - rappresenta un altro importante passo per potenziare i servizi del centro antiviolenza sul territorio, anche alla luce degli effetti della pandemia sulla vita delle donne. Non si tratta di una casa rifugio, come quella che abbiamo a Pisa, non è pensata cioè per quelle donne che hanno bisogno di allontanarsi in sicurezza dal proprio domicilio perché vivono situazioni di violenza ad altro rischio. Si tratta, invece, di una casa di seconda accoglienza - continua Zitiello - in cui ospiteremo donne che vivono situazioni di grande precarietà o difficoltà economica e abitativa anche in seguito ad un percorso di uscita dalla violenza. Quando per anni si vivono abusi, maltrattamenti, violenze fisiche, psicologiche ed economiche si perde tutto, da una casa sicura alle reti amicali e familiari, dall’indipendenza economica all’autostima e, una volta uscite da quella spirale di violenza, ci vuole tempo per recuperare forza e fiducia, per ricostruirsi una vita libera e autonoma. E le difficoltà aumentano - sottolinea Zitiello - se si devono affrontare anche gli effetti sociali ed economici di una pandemia. Grazie a questa nuova casa potremmo offrire alle donne un supporto importante, un luogo dove ricominciare a vivere”.

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Tgr Toscana Casa della donna Pisa

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