Università, sportello contro la violenza

Gratuito, anonimo, senza obbligo di denuncia.

VOLTIAMO PAGINA! Corso di formazione per docenti di Scuola secondaria di primo grado

Un progetto per promuovere la lettura nelle scuole secondarie di primo grado, con un focus specifico sull’educazione alle differenze, il contrasto agli stereotipi e alla violenza.

Biblioteca

La più grande biblioteca di genere della Toscana e una delle più antiche d'Italia
Fondata nel 1990, la Biblioteca “Anna Cucchi” è gestita da un gruppo di volontarie e fa parte della rete provinciale Bibliolandia. Custodisce 100 riviste italiane e straniere (cessate e in corso) e 8.500 volumi tutti dedicati ai saperi delle donne e agli studi di genere: dal femminismo alla letteratura, dalla filosofia alla psicoanalisi, dalla scienza all'arte, dalla storia al fumetto. La consultazione e il prestito sono gratuiti e il catalogo è consultabile online!

Centro antiviolenza

Per donne che vivono situazioni di violenza e abusi
Attivo dal 1996, il Centro Antiviolenza è costituito dal servizio di ascolto e accoglienza Telefono Donna (050 561628), dalla Casa Rifugio e dagli sportelli sul territorio e all’università. Operatrici, psicologhe e avvocate offrono alle donne che vivono o hanno vissuto maltrattamenti e abusi un servizio gratuito di informazione e sostegno nel percorso di uscita dalla violenza. Il centro fa parte della rete regionale Tosca e della rete nazionale Dire.

Gruppi

Fare e pensare insieme ad altre donne
I gruppi rappresentano il cuore della Casa e del nostro impegno. Organizzati spontaneamente dalle socie, offrono spazi di riflessione, confronto e impegno su una specifica tematica o attività. Si incontrano periodicamente alla Casa e sono aperti alla partecipazione di tutte le interessate. Dal gruppo Imparare l’italiano a quello di autocoscienza, dai gruppi di lettura e scrittura a quello in carcere o di attivismo tessile, ad oggi sono attivi 10 gruppi. Scoprili tutti e partecipa anche tu!

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Il 9 maggio è la Giornata dell’Europa: ma è anche l’ultimo giorno di Gaza. Perché il tempo sta finendo, per questa terra nostra. Questa terra del Mediterraneo, il mare che ci unisce.
Per questo, in quella giornata in cui ci chiediamo chi siamo, vi chiediamo di parlare di Gaza, di farloovunque vorrete. E di farlo, tutte e tutti, sulla rete: su siti, canali video, social. E sempre con l’hashtag#GazaLastDay, #UltimogiornodiGaza.

Senza il mondo Gaza muore. Ed è altrettanto vero che senza Gaza siamo noi a morire. Noi, italiani, europei, umani.

Per rompere il silenzio colpevole useremo la rete, che è il solo mezzo attraverso cui possiamo vedere Gaza, ascoltare Gaza, piangere Gaza. Perché possano partecipare tutte e tutti, anche solo per pochi minuti. Anche chi è prigioniero della sua casa, e della sua condizione: come i palestinesi, i palestinesi di Gaza lo sono. Perché almeno stavolta nessuna autorità e nessun commentatore allineato possa inventarsi violenze che occultino la violenza: quella fatta a Gaza.

Sulla rete, e non solo. Per chi vuole mettere in rete ciò che succede nelle piazze e nelle comunità che si interrogano, assieme, su come fermare la strage.

Con la consapevolezza che noi siamo loro. E che a noi – italiani ed europei - verrà chiesto conto della loro morte. Perché a compiere la strage è un nostro alleato, Israele. Per ripudiare l’Europa delle guerre antiche e contemporanee, per proteggere l’Europa di pace nata da un conflitto mondiale, esiste un solo modo: proteggere le regole, il diritto, e la giustizia internazionale. E soprattutto guardarci negli occhi, e guardarci come la sola cosa che siamo. Umani.

Aggiungiamo tutte le parole che vorremo usare all’hashtag #ultimogiornodigaza #gazalastday.

Senza scomunicarne nessuna, senza renderne obbligatoria nessuna. Per chiamare le cose con il loro nome.
Ora è il momento di costruire una rete di senza-potere determinati a prendere la parola. E il 9 maggio è la prima tappa di una strada assieme.
Perché la strage, perché il genocidio, abbiano fine. Ora.
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1 giorno fa

Casa della Donna Pisa

📣 Sosteniamo la campagna #referendum8e9giugno!

🙋🏻‍♀️ Venerdì 2 maggio alle 18.30 al circolo Arci Il Fortino incontro dedicato ai #5referendum su #lavoro e #Cittadinanza e alle ore 20.00 cena e musica!

🍝 Il costo della cena (20€) andrà a sostenere il Comitato referendario della provincia di Pisa a cui aderisce anche la nostra Casa.

☎️ PER PRENOTARE LA CENA: 351 064 1425 (disponibile anche menù vegetariano e senza glutine)

🗳 L'8 e 9 giugno votiamo #5si!

#ReferendumCittadinanza #ReferendumLavoro #Referendum2025
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#CosediCasa
📣 9-10-11 maggio ospiteremo, insieme a Exploit,
FACCIAMO DA NOI - UN FESTIVAL SULL’ABORTO, promosso da Obiezione Respinta.

👩🏾‍🤝‍👩🏻 Con incontri, autoformazione, laboratori, assemblee discuteremo, anche insieme a collettivi internazionali, di #aborto libero, sicuro, gratuito, autogestito!

📍 Tre gli incontri che si terranno alla Casa:

🟣 #10maggio, ore 10: laboratorio Xenopia - Auto-esplorazioni e tecnologie riproduttive fai-da-te con Alma Futura.
🟠 #11maggio, ore 11: assemblea - Accompagnamenti all’ivg: costruiamo reti!
🟢 #11maggio, ore 15: laboratorio Microaggressioni e macroevidenze: un percorso tra razza e razzismo con Ndack Mbaye.

👉 Per il programma completo e ulteriori informazioni obiezionerespinta.info/festival/festival/
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6 giorni fa

Casa della Donna Pisa

🌷 #25Aprile Oggi vogliamo ricordare #MirellaVernizzi, una cara amica e grande donna, che fu #partigiana, sindacalista, #femminista dell'Udi, a lungo presidente di #Anpi Pisa.

Mirella è stata una delle 35mila #partigiane che hanno combattuto, con e senza armi, per liberare il nostro Paese dal nazi-fascismo, ma del loro impegno si ricorda poco o nulla. Eppure in molte pagarano costi altissimi: furono 1.170 le partigiane uccise in combattimento, 2.852 fucilate o impiccate, 4.653 arrestate e torturate, 1890 deportate in Germania.

Così Mirella racconta quando a soli 16 anni faceva la #staffetta su e giù dai Monti Pisani...

“Questi soldati mi vedevano andar giù tutti i giorni, così un mattino mi presero e mi dissero: «Dicci dove sono i partigiani» e io avevo su mio babbo, avevo mio fratello in condizioni labili, e avevo un ragazzo scappato dalla Decima MAS nascosto dentro un materasso in una capanna di frasche perché non lo trovassero. Perciò risposi: «Assolutamente no!». Comunque, sinceramente, io conoscevo solo questa persona che mi dava le cose da trasportare, e fortunatamente, perché se per paura avessi parlato avrei dato il nome di battaglia di questo tizio. Allora il comandante delle SS che aveva un mitra, me lo puntò al petto e mi diede cinque minuti per parlare, contando alla rovescia: 4 minuti, 3 minuti, 2 minuti… Lì di fianco c’era l’aia di un contadino, e una donna molto vecchia si inginocchiò e gli abbracciò le gambe dicendo: «È una bimba… se avesse saputo qualcosa te lo avrebbe detto». E lui: «Però appena ti trovo domani ti ammazzo subito!». Io rincuorata, o disperata, dissi: «Ma io domani sarò qui, devo portare da mangiare a mio fratello» (la mia versione ufficiale era quella). Quando i tedeschi se ne andarono io cascai a sedere e delle donne mi dettero dell’acqua da bere. Fortunatamente furono gli ultimi giorni prima della liberazione e finì lì tutto. Però dalla paura sono stata tre mesi senza avere le mestruazioni.”

La testimonianza di Mirella, scomparsa nel 2016, e di altre tre grandi partigiane pisane - #TeresaMattei #GiuliaNocchi #CarlaGuadagniGuelfi - è pubblicata nel libro “(R)ESISTENZE. Il passaggio della staffetta”, di Laura Fantone e Ippolita Franciosi, da cui RE/Sisters ha tratto anche un documentario che potete vedere qui bit.ly/4iqukyS

W le partigiane! #25aprileSempre!

#Resistenzafemminile #staffette #LiberazionedItalia🌷 #25Aprile Oggi vogliamo ricordare #MirellaVernizzi, una cara amica e grande donna, che fu #partigiana, sindacalista, #femminista dell'Udi, a lungo presidente di #Anpi Pisa.

Mirella è stata una delle 35mila #partigiane che hanno combattuto, con e senza armi, per liberare il nostro Paese dal nazi-fascismo, ma del loro impegno si ricorda poco o nulla. Eppure in molte pagarano costi altissimi: furono 1.170 le partigiane uccise in combattimento, 2.852 fucilate o impiccate, 4.653 arrestate e torturate, 1890 deportate in Germania.

Così Mirella racconta quando a soli 16 anni faceva la #staffetta su e giù dai Monti Pisani...

“Questi soldati mi vedevano andar giù tutti i giorni, così un mattino mi presero e mi dissero: «Dicci dove sono i partigiani» e io avevo su mio babbo, avevo mio fratello in condizioni labili, e avevo un ragazzo scappato dalla Decima MAS nascosto dentro un materasso in una capanna di frasche perché non lo trovassero. Perciò risposi: «Assolutamente no!». Comunque, sinceramente, io conoscevo solo questa persona che mi dava le cose da trasportare, e fortunatamente, perché se per paura avessi parlato avrei dato il nome di battaglia di questo tizio. Allora il comandante delle SS che aveva un mitra, me lo puntò al petto e mi diede cinque minuti per parlare, contando alla rovescia: 4 minuti, 3 minuti, 2 minuti... Lì di fianco c’era l’aia di un contadino, e una donna molto vecchia si inginocchiò e gli abbracciò le gambe dicendo: «È una bimba... se avesse saputo qualcosa te lo avrebbe detto». E lui: «Però appena ti trovo domani ti ammazzo subito!». Io rincuorata, o disperata, dissi: «Ma io domani sarò qui, devo portare da mangiare a mio fratello» (la mia versione ufficiale era quella). Quando i tedeschi se ne andarono io cascai a sedere e delle donne mi dettero dell’acqua da bere. Fortunatamente furono gli ultimi giorni prima della liberazione e finì lì tutto. Però dalla paura sono stata tre mesi senza avere le mestruazioni.”

La testimonianza di Mirella, scomparsa nel 2016, e di altre tre grandi partigiane pisane - #TeresaMattei #GiuliaNocchi #CarlaGuadagniGuelfi - è pubblicata nel libro “(R)ESISTENZE. Il passaggio della staffetta”, di Laura Fantone e Ippolita Franciosi, da cui RE/Sisters ha tratto anche un documentario che potete vedere qui bit.ly/4iqukyS

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#Resistenzafemminile #staffette #LiberazionedItalia
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#FuoriCasa
🟣 Fino al 20 luglio a #PalazzoStrozzi di #Firenze una mostra #danonperdere: “Sex and Solitude", la più grande mostra mai realizzata in Italia dedicata a #TraceyEmin, una delle più importanti artiste più famose e influenti del panorama contemporaneo.

Con oltre sessanta opere tra lavori storici e nuove produzioni, l’esposizione invita a un incontro profondo con l’arte di Tracey Emin seguendo due poli della sua ricerca: il corpo e la sessualità da un lato, la solitudine e la vulnerabilità dall’altro. Attraverso pittura, scultura, disegno, video, ricamo e fotografia, l’artista affronta questi temi secondo un approccio diretto ed esplicito con cui da sempre traduce esperienze personali in metafore esistenziali.

👉 Info www.palazzostrozzi.org/archivio/mostre/tracey-emin/

#WomenArt
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