Caso Buscemi, il testo dell’audizione a Bruxelles

Ieri, martedì 4 settembre, una nostra delegazione ha presentato la vicenda della nomina ad assessore di Andrea Buscemi in una audizione presso la Commissione per i diritti delle donne e la parità di genere del Parlamento europeo. Grazie all’interessamento della europarlamentare Eleonora Fiorenza, la Commissione ha infatti dedicato una due giorni alle Case delle donne che in Italia stanno subendo attacchi gravissimi.

Oltre alla nostra delegazione – composta da Francesca Pidone (responsabile del servizio Telefono Donna del centro antiviolenza) e Carlotta Monti (gruppo Educare alle Differenze), accompagnate dalla giornalista e socia della Casa Beatrice Bardelli – erano presenti delegazioni della Casa internazionale delle donne di Roma, la Casa Lucha y Siesta di Roma, la Casa delle donne di Viareggio, l’associazione Pronto Donna di Arezzo e altre. Qui il video Facebook della conferenza stampa finale.

Qui sotto, invece, il testo della nostra audizione, in occasione della quale abbiamo consegnato alla Commissione un dossier contenente gli atti processuali della vicenda Buscemi.

Le Case delle donne in Italia sono sotto l’attacco delle istituzioni locali. Queste le parole delle eurodeputate Forenza e Bjork. Nel caso di Pisa, forse unico nel panorama europeo, l’attacco è soprattutto simbolico: la nomina ad Assessore alla Cultura, da parte della nuova Giunta del Comune di Pisa, di Andrea Buscemi, responsabile, secondo una sentenza della Corte d’Appello di Firenze del 30 maggio 2017, di condotte di stalking reiterate per anni nei confronti di una donna, sua ex compagna, seguita dal Centro antiviolenza della Casa della donna. Un forte attacco, quindi, non solo alla Casa della donna, ma a tutte le cittadine e a tutti i cittadini di una città conosciuta in tutto il mondo per la sua storia, le sue opere artistiche e per i tre poli universitari d’eccellenza.

Cultura e violenza sono un binomio inaccettabile. Come si può associare la parola cultura a chi attua condotte oggettivamente vessatorie ai danni di una donna? Come è possibile che un uomo possa rappresentare la città di Galileo Galilei, se si è reso responsabile  di pedinamenti, di inseguimenti affidati anche a terzi e di oltre 3 mila messaggi di offese con parole irripetibili in questa sede europea per il rispetto che tutte noi abbiamo di questo luogo?

La nostra Città può essere, davvero, rappresentata da chi ha ricevuto misure cautelari durante il processo di primo grado per minacce ai testimoni rilevando una condotta irrispettosa ed onnipotente? Un processo che ha visto testimoniare coraggiosamente anche una altra donna, sua ex, target anch’essa delle stesse condotte moleste e violente. Questa donna come emerge dagli atti processuali “è stata rinchiusa in un ex ovile per sei mesi da dove non poteva muoversi”. Il Pubblico Ministero nell’atto di appello ha rilevato che anche con la donna sostenuta dal nostro Centro Buscemi “la picchiava, la rinchiudeva nella stanza da letto, durante la notte la svegliava per farle degli interrogatori”.

L’Assessore si difende dicendo che in primo grado è stato assolto e in Appello, presentato dalla stessa Procura di Pisa, è intervenuta la prescrizione del reato. Evidenziamo che prescrizione non è sinonimo di assoluzione. La prescrizione è un istituto giudiziario che estingue il reato se entro un determinato periodo di tempo non si arriva ad una sentenza definitiva, passata in giudicato. L’assoluzione, invece, avviene dopo che si è svolto il processo e sono stati esaminati tutti gli elementi probatori (documenti, testimonianze, etc). Inoltre, la Corte d’Appello di Firenze ha riconosciuto un obbligo a carico del Buscemi di un risarcimento danni per la parte offesa da liquidarsi in sede civile.

La protesta della città di fronte alla nomina è stata immediata. La  Casa della Donna, sostenendo una petizione lanciata su Change.org, che oggi ha raggiunto le 45mila firme ha chiesto le immediate dimissioni di Buscemi. Sono stati organizzati presidi da cittadini e cittadine durante le sedute del Consiglio comunale per manifestare lo sdegno e la rabbia di chi pensa che non basta condannare la violenza contro le donne ma bisogna realizzare azioni concrete affinché chi ha l’onore e l’onere di gestire la cosa pubblica non possa essere responsabile di stalking. E’ stata presentata una mozione di sfiducia nei confronti di Buscemi, respinta dalla maggioranza.

A livello nazionale sono intervenute anche la vice Presidente della Camera dei Deputati e promotrice dell’attuale legge sullo stalking, Mara Carfagna e la Ministra per la Pubblica Amministrazione, avvocata esperta anche in materia di violenza contro le donne, Giulia Bongiorno che hanno invitato il Sindaco della città a riflettere su questa nomina. Due donne, politiche appartenenti allo stesso schieramento della nostra Giunta ma soprattutto due esperte del tema, hanno compreso l’assurdità della situazione. Il Sindaco e la Giunta sono stati inamovibili sulla loro posizione. L’interessato, invece, con lo stesso stile arrogante ha risposto alle proteste dicendo che le donne della Casa della donna hanno alimentato una campagna d’odio come i nazisti fecero contro gli ebrei.

Oggi siamo qui per denunciare la situazione del Comune di Pisa in questa importante sede dell’Unione Europea che ha fatto di principi come le pari opportunità e l’uguaglianza dei cittadini e delle cittadine dei capisaldi. Crediamo sia necessario fare ciò perché la Convezione di Istanbul, fonte sovranazionale e ratificata dal nostro Stato, non può essere solo un “libro dei sogni”. La prevenzione della violenza di genere si fa anche scegliendo per cariche pubbliche importanti e rappresentative, uomini che non sono responsabili di stalking.

Chiediamo, dunque, a tutte e tutti voi che sedete tra i banchi di questo importante organismo europeo di aiutarci a far rispettare i diritti delle donne e i principi della Convenzione di Istanbul. La città di Pisa – così come nessun’altra città europea – non può essere amministrata e rappresentata da chi non rispetta le donne ed ha agito condotte di stalking.

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