INDAGHIAMO SULLE SPEDIZIONI DI BOMBE DALL’ITALIA ALL’ARABIA SAUDITA

Anche la Casa della Donna aderisce e sostiene l'esposto della Rete Italiana per il Disarmo.

Rete Italiana per il Disarmo e associazioni locali presentano un esposto in diverse Procure d'Italia, tra cui quella di Pisa, per chiedere di indagare sulle spedizioni di bombe dall'Italia all'Arabia Saudita, transitate anche dal porto di Piombino. A Pisa rilanciano l’iniziativa Un ponte per..., Progetto Rebeldía, AssoPace - Pisa, Pax Christi - Pisa, Il Nodo, Circolo Legambiente - Pisa e Sinistra Per...

La notizia di possibile reato, su cui si focalizza il documento presentato a Roma, Pisa, Brescia ed altre città italiane, è relativa alla violazione dell'articolo 1 della legge 185/90 che vieta l'esportazione di armamenti verso Paesi in stato di conflitto armato e che violano i diritti umani.               

La Rete Italiana per il Disarmo ha presentato per mezzo di alcuni suoi rappresentanti un esposto in Procura a Roma per chiedere alle autorità competenti di verificare l’osservanza della Legge n. 185 del 1990 in riferimento alle recenti numerose spedizioni dall’Italia di bombe aeree all’Arabia Saudita. In questi giorni verranno presentati documenti similari anche in Procure di altre città italiane tra cui Brescia (dove ha sede l’azienda tedesca RWM Italia fornitrice delle bombe aeree), Verona e Pisa.

A Pisa l’esposto è stato prestato oggi nei contenuti in una conferenza stampa davanti all’aeroporto militare, da membri di associazioni locali che da anni contestano l’uso del territorio per scopi militari e chiedono la riconversione delle basi ad usi civili, per motivi di sicurezza e affinché il nostro territorio non sia complice di omicidi di massa di civili, come avviene ad esempio nei frequenti attacchi sauditi in Yemen. Già nel novembre 2015 le stesse associazioni avevano denunciato lo sbarco al Porto di Piombino di 4 tir carichi di bombe Mk83, prodotte in Sardegna e destinate all’Arabia Saudita.

Siamo giunti alla decisione di presentare un esposto formale – ha spiegato Francesco Vignarca (coordinatore della Rete Disarmo) – a seguito delle continue spedizioni di tonnellate di bombe dalla Sardegna all’Arabia Saudita: bombe che servono a rifornire le Royal Saudi Air Force che dallo scorso marzo sta bombardando lo Yemen senza alcun mandato da parte delle Nazioni Unite esacerbando un conflitto che ha portato a quasi seimila morti di cui circa la metà tra la popolazione civile e la peggiore crisi umanitaria del Medio Oriente. A fronte delle risposte, evasive e anche contraddittorie, degli esponenti del Governo – che in questi mesi non ha mai ritenuto di incontrare le nostre associazioni nonostante le nostre ripetute richieste – abbiamo ritenuto doveroso inoltrare alla Magistratura un esposto per chiedere alle autorità preposte di verificare la legalità e l’osservanza della legge 185 del 1990 che regolamenta l’esportazione di sistemi militari dall’Italia.

La Legge italiana (n. 185 del 1990) vieta espressamente non solo l’esportazione, ma anche il transito, il trasferimento intracomunitario e l’intermediazione di materiali di armamento “verso i Paesi in stato di conflitto armato, in contrasto con i principi dell’articolo 51 della Carta delle Nazioni Unite, fatto salvo il rispetto degli obblighi internazionali dell’Italia o le diverse deliberazioni del Consiglio dei Ministri, da adottare previo parere delle Camere”. (art. 1.c 6a) e “verso Paesi la cui politica contrasti con i principi dell’articolo 11 della Costituzione” (art.1.c 6b). Nel documento presentato da Rete Disarmo vengono ricostruite le sei spedizioni avvenute nell'arco di pochi mesi e le conseguenti reazioni di politica e società civile, elencando inoltre iniziative legali condotte in altri Paesi da associazioni che hanno rilevato nelle forniture di armamenti alle forze Saudite una violazione del Trattato Internazionale sugli Armamenti.

Non ci risulta – conclude Vignarca – che le Camere siano state consultate in merito a queste spedizioni di bombe all’Arabia Saudita, anzi sono state presentate diverse interrogazioni parlamentari alle quali il Governo non ha ancora dato risposta”.

Le risposte giunte dall’Esecutivo Renzi sono state evasive (come quelle del Ministro Gentiloni in Parlamento e del sottosegretario Della Vedova a una interrogazione urgente) e anche contraddittorie (come le parole della ministro Pinotti secondo cui “l’Italia non vende bombe ai sauditi” e che “è tutto regolare per quanto riguarda le autorizzazioni”). Dal settembre scorso la Rete italiana per il disarmo, network che raggruppa oltre venti organizzazioni della società civile, ha documentato queste spedizioni e, con vari comunicati stampa promossi anche con Amnesty International Italia, ha chiesto al Governo italiano di sospendere l’invio di bombe e sistemi militari all’Arabia Saudita. Un carico di migliaia di bombe è partito due settimane dall’aeroporto di Cagliari con destinazione la base dell’aeronautica militare saudita di Taif, non lontano dalla Mecca. A partire dall’ottobre scorso due spedizioni sono avvenute via aereo cargo, altre due sono state effettuate imbarcando le bombe ai porti di Olbia e Cagliari). Le bombe sono prodotte dalla RWM Italia, azienda tedesca del gruppo Rheinmetall con sede legale a Ghedi (Brescia) e stabilimento a Domunovas (Carbonia-Iglesias) in Sardegna.

Considerate le ingenti forniture di bombe aeree della RWM Italia avvenute in questi mesi – ha spiegato Giorgio Beretta, analista dell’Osservatorio OPAL di Brescia che ha svolto uno studio su questa materia (qui in pdf) – riteniamo che si tratti di nuove autorizzazioni all’esportazione rilasciate dall’attuale Governo Renzi. Se è vero, infatti che le licenze rilasciate negli anni scorsi non erano state riscontrate nelle spedizioni fatte fino all’anno scorso, va però notato che in questi mesi abbiamo monitorato almeno 5 spedizioni via aerea e via mare. In ogni caso anche trattandosi di autorizzazioni rilasciate negli anni scorsi è espresso compito dell’esecutivo, e nello specifico dall’Unità per le Autorizzazioni di Materiali d’Armamento (UAMA) incardinata presso la Farnesina, verificare che sussistano le condizioni di legge per l’invio dei materiali militari. Saremmo perciò interessati a sapere se UAMA e ministero degli Esteri ritengono che l’intervento militare della coalizione a guida saudita in Yemen sia conforme all’articolo 51 della Carta delle Nazioni Unite e ai principi della nostra Costituzione” – conclude Beretta.

Dopo dieci mesi di ostilità la situazione in Yemen è tragica: le agenzie dell’Onu riportano più di seimila morti di cui circa la metà tra la popolazione civile (di cui 700 bambini), oltre 20mila feriti, milioni di sfollati, più metà della popolazione ridotta alla fame e definiscono la situazione come una “catastrofe umanitaria” senza precedenti. Non solo. Le agenzie dell’Onu hanno ripetutamente stigmatizzato gli “attacchi sproporzionati di zone densamente popolate” da parte delle forze aeree della coalizione saudita e lo stesso Segretario generale dell’OnuBan Ki moon, ha esplicitamente condannato i bombardamenti aerei sauditi su diversi ospedali e strutture sanitarie mentre l’Alto rappresentante per i diritti umani, Zeid Ra'ad Al Husseinha inviato al Consiglio di Sicurezza dell’Onu un rapporto che documenta “fondate accuse di violazioni del diritto umanitario internazionale e dei diritti umani” di tutte le parti attive nel conflitto. Nei giorni scorsi Ban Ki-moon ha ripetuto il suo appello a tutte le parti al “cessate il fuoco”. E per tutta risposta dall’Italia è partito un nuovo carico con migliaia di bombe.

Ci auguriamo che la Magistratura (o chi di dovere) prenda presto in esame il nostro esposto e che, finché la materia non sia accertata, possa sospendere immediatamente l'invio di bombe e materiali militari verso l’Arabia Saudita.

L’esposto viene presentato in Procura a Pisa da membri di Un ponte per..., Progetto Rebeldia, AssoPace - Pisa, Pax Christi - Pisa, Il Nodo, Circolo Legambiente – Pisa, Sinistra Per... e singoli pacifisti.

I comunicati di Rete Disarmo sulle spedizioni dall’Italia di bombe all’Arabia Saudita:

Un nuovo carico di bombe per l’Arabia Saudita: Rete Disarmo annuncia mobilitazioni

16 gennaio 2016

 

Bombe per l’Arabia Saudita: fino a quando il Governo intende evitare le proprie responsabilità?

4 dicembre 2015

 

Bombe italiane all’Arabia Saudita: inaccettabile che per la Min. Pinotti sia “tutto regolare"

20 novembre 2015

 

Ancora bombe italiane in Arabia Saudita? Il Governo le fermi

18 novembre 2015

 

Renzi in Arabia Saudita: dichiari la sospensione dell’invio di armamenti e chieda il rispetto dei diritti umani

09 novembre 2015

 

L’Italia spedisce bombe in Arabia Saudita nel giorno in cui l’UE premia il prigioniero di coscienza saudita Raif Badawi

30 ottobre 2015

 

Conflitto in Yemen: l’Italia sospenda l’invio di bombe e sistemi militari alla coalizione guidata dall’Arabia Saudita

02 settembre 2015

 

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